Non demordere: gli anni al Politecnico potranno essere forse i più difficili ma saranno di sicuro anche i più belli della vostra vita.
Perché hai scelto di iscriverti a Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano? Avevi un’alternativa al Politecnico? Se si, cosa ti ha portato a questa scelta?
Quando dovevo scegliere cosa studiare all’Università, ero molto indecisa tra Fisica, Ingegneria Meccanica e Filosofia: non è stata una scelta facile perché ciò che mi interessava era capire a fondo tutto, essendo una persona molto curiosa. Alla fine è stato tutto molto casuale, ho provato il test e sono subito riuscita ad entrare, l’ho visto un po’ come un segno del destino, unito al fatto che sicuramente studiare in università prestigiosa come il Politecnico mi avrebbe dato molte possibilità sia durante il percorso di studi sia nel mondo del lavoro. Ho scelto specificamente meccanica perché penso dia una buona base in tutto e apra le porte a diversi percorsi di laurea magistrale.
Il corso di studi di meccanica mette a disposizione degli studenti un ventaglio ampissimo di programmi di scambio. Hai partecipato a uno di questi? Raccontaci la tua esperienza.
Il Politecnico, rispetto a molte università in Italia e nel mondo, offre un ampissimo ventaglio di scelte per gli scambi internazionali. Io ho partecipato ad un programma di scambio Erasmus e sono tutt’ora in Spagna all’Universidad de Cádiz. Sono molto contenta di aver avuto questa opportunità perché ho imparato una nuova lingua e sono entrata in relazione con una nuova cultura, una nuova realtà e un nuovo modo di vedere l’università. Talmente contenta che ho deciso di allungare ad un anno la mia permanenza qui (rispetto ai 6 mesi inizialmente previsti). In più vorrei aggiungere che l’organizzazione del Politecnico, l’ufficio Exchange e i referenti sono veramente ottimi, tutti sono gentili e disponibili ad aiutarti in ogni passo della mobilità.
Come è stato trasferirsi a Milano? Quali opportunità pensi che offra il fatto che il Politecnico abbia sede proprio in questa città?
All’inizio non volevo andare a Milano perché ero a conoscenza dei famosi stereotipi sulla città meneghina: c’è sempre la nebbia, non c’è il mare, la città è spenta e le persone sono fredde ecc. Ma una volta arrivata qui, mi sono subito ricreduta: mi sono sempre trovata benissimo e ho fin da subito amato Milano, perché è una città multietnica e multiculturale. È una città viva, perché c’è sempre qualcosa da fare al di fuori dell’università; è una città stimolante, perché vedere gli altri fare tanto, ti invoglia a fare altrettanto e meglio. La cosa per la quale ringrazierò per sempre a Milano è che mi ha aiutato a capire che ogni giorno devi impegnarti per essere migliore.
C’è un consiglio che ti senti di dare ai futuri studenti?
Non demordere: gli anni al Politecnico potranno essere forse i più difficili ma saranno di sicuro anche i più belli della vostra vita. Sappiate che dovrete studiare davvero tanto, dovrete essere disposti a fare dei grandi sacrifici, essere bravi a rimanere organizzati e concentrati. Non fatevi prendere dallo sconforto nel caso non passaste un esame ma questo piccolo incidente di percorso come un insegnamento per essere più preparati la volta successiva. Io credo sia fondamentale imparare ogni giorno senza farsi abbattere perché sicuramente questi sacrifici verranno ripagati.