Sascha Scarola

Ovviamente il fine ultimo di tutti è quello di laurearsi ma, cominciare il percorso di studi pensando solo a quello non permette di vivere completamente tutto ciò che il Politecnico di Milano ha da dare.

Nome: Sascha Scarola

Provenienza: Gallarate (VA)

Studi: Ingegneria Meccanica

Perché hai scelto di iscriverti a Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano?

Alla fine delle superiori è necessario scegliere un nuovo percorso, che sia lavorativo o di studi, e bisogna interpellarsi su cosa si vuole fare nella vita con gli strumenti che si hanno a disposizione. Io ero appassionato delle materie scientifiche e l’ingegneria è sempre stata tra le prime opzioni come continuo del mio percorso di studi. Ho scelto di iscrivermi a Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano perché, in fondo, sapevo che poteva essere la mia strada. Una volta provato il test d’ingresso e superato, in quarta superiore, ho capito subito che non mi sarebbe servito fare altri open day in quinta o vagliare altre ipotesi. Inoltre ho scelto il Politecnico di Milano poiché l’idea di potermi iscrivere a una delle università più prestigiose nel mondo per quanto riguarda gli studi ingegneristici mi rendeva pieno di orgoglio verso me stesso e mi emozionava già ancor prima di finire il liceo. Ora che ho terminato il percorso di laurea triennale in ingegneria meccanica e sono più appassionato di prima a ciò che studio posso dire che, forse, la mia scelta è stata davvero quella giusta.

Quanto partecipare all’open day ti ha aiutato nel prendere la tua decisione?

Sicuramente partecipare all’open day ha rafforzato la mia idea, già molto consolidata, di scegliere il Politecnico di Milano. Facendo questa esperienza sono passato da un giorno all’altro da un liceo provinciale tutto racchiuso in un solo edificio a un intero campus dedicato all’ingegneria, l’effetto è stato spettacolare e già solo per questo vale la pena fare l’open day. A me in particolare ha aiutato molto poter sentire l’esperienza di ragazzi già avviati nel proprio percorso di studi che raccontavano con passione ed entusiasmo ciò che stavano imparando. Inoltre, passare tra le aule, gli edifici e alcuni laboratori del Politecnico è stato sicuramente emozionante, la prima impressione del campus di Bovisa è stata sicuramente quella di un luogo in cui si respirava ingegneria ovunque.

Il corso di studi di meccanica mette a disposizione degli studenti un ventaglio ampissimo di programmi di scambio. Hai partecipato a uno di questi? Raccontaci la tua esperienza.

Si, nel primo semestre del terzo anno ho avuto l’opportunità di poter fare sei mesi di studio all’estero tramite il programma Erasmus+. Mi è stato consigliato di provare il bando per questa esperienza da un collega un anno più grande poiché gli avevo raccontato di essere in un periodo di sconforto per gli esami e in cui avevo cominciato a mettere in dubbio la mia scelta del corso di studi. Lui mi disse che, magari, provare a continuare il percorso in un altro paese mi avrebbe portato a superare quel momento no, a ritrovare la mia passione e carica per riprendere con maggiore forza gli esami. Forte di questa idea, e del fatto che un’esperienza all’estero avrebbe sicuramente comportato una bellissima opportunità di crescita, ho applicato per il bando e sono stato scelto per partire alla volta dell’Universidad del País Vasco, a Bilbao, nel nord della Spagna. Io consiglio a chiunque possa di fare almeno un Erasmus; le sensazioni di libertà e responsabilità nell’essere da soli in un nuovo paese a studiare, insieme ad altri ragazzi come te provenienti da tutto il mondo, sono difficili da esperire in un altro modo a quest’età. A fine esperienza sono tornato al Politecnico forte di nuove amicizie, consapevolezza e voglia di riprendere a studiare anche in Italia. Quindi, in conclusione, le aspettative con le quali sono partito sono state tutte rispettate e superate di molto e non è detto che io non applichi nuovamente per un nuovo viaggio anche durante gli studi magistrali.

Cosa significa per te studiare al Politecnico?

Si dice che la verità in strada sia scritta sui muri e il Politecnico di Milano non è esente da questa sentenza. Nella sede di Bovisa, infatti, in via Raffaele Lambruschini, a metà tra le stazioni di Milano Villapizzone e Milano Bovisa, sono state scritte queste parole: “E poi capisci quanto bella sia la vita quando ti accorgi che, anche qui nella Bovisa grigio-ingegnere, gli uccellini cantano”. A parer mio non esiste frase migliore per descrivere l’essenza dello studiare al Polimi. Negli anni di permanenza di uno studente a Milano, sicuramente molte delle giornate saranno sembrate uggiose e grigie (sia da un punto di vista metereologico che psicologico) ma sarà anche capitato a tutti di prendersi un attimo di pausa tra una pagina e l’altra, sospirare, farsi inondare da un tiepido sole spesse volte oscurato e sentire, magari in lontananza, gli uccellini cantare. Ecco, in questi momenti bisogna ricordarsi che gli sforzi nello studio saranno ripagati, che una brutta giornata non fa una brutta vita e che gli uccellini, anche a Bovisa, cantano per noi.

C’è un consiglio che ti senti di dare ai futuri studenti?

Studiare passivamente solo per passare gli esami è quanto di più sbagliato si possa fare. L’università offre la possibilità di confrontarsi direttamente con i professori, formarsi a 360 gradi, fare studi all’estero o poter mettere in campo le proprie passioni (anche esterne all’ingegneria) tramite le associazioni studentesche. Ovviamente il fine ultimo di tutti è quello di laurearsi ma, cominciare il percorso di studi pensando solo a quello non permette di vivere completamente tutto ciò che il Politecnico di Milano ha da dare. Nessuno è obbligato a studiare ingegneria, se ci si è iscritti è perché mossi da una passione che è comune a tutti gli studenti di questa università. Quindi, piuttosto che imparare a memoria per passare un esame, bisogna cercare di usare questa passione per capire a fondo ciò che si sta studiando e, se si hanno difficoltà, il consiglio che do è quello di chiedere ai professori tramite domande o ricevimenti privati. Le possibilità di fare propria una materia ci sono e sono anche tante ed è fondamentale saperle e volerle usare tutte (a seconda delle necessità di ognuno).