"Il Politecnico mi ha aperto una finestra sul mondo. Le opportunità di relazionarsi con ambienti accademici e industriali diversi per metodo e cultura sono davvero tante: bisogna solo coglierle!"
Perché hai scelto di iscriverti a Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano?
Ho scelto di studiare al POLIMI per continuare il mio percorso di studio delle materie scientifiche, cominciato con la scelta del liceo scientifico, a indirizzo sperimentale “matematica-fisica”. Questo mi ha permesso di sostenere e superare il TOL con facilità, nonostante frequentassi ancora il 4 anno.
Hai sempre saputo che avresti continuato la tua carriera universitaria oltre la Laurea Triennale? Questo ti ha permesso di realizzare il tuo sogno nel cassetto?
Si, sempre. Non ho mai dubitato di volermi iscrivere alla Laurea Magistrale e sul fatto che volessi fare il dottorato. Quando da piccolo mi chiedevano “Cosa vuoi fare da grande?”, la mia risposta era “Lo scienziato!”. Scienziato a tutti gli effetti non lo sono ancora, però posso affermare con certezza che il mio percorso accademico mi ha sicuramente aperto la strada per il mondo della ricerca. In questi termini sono molto soddisfatto della preparazione ricevuta al POLIMI che mi ha formato non solo a livello professionale ma anche come persona, consapevole del valore delle conoscenze acquisite.
Come hai scelto il tuo percorso di specializzazione e come hai intuito che quella fosse la tua strada?
La mia passione più grande è sempre stata la matematica. Nel percorso di Meccatronica e Robotica ho avuto modo di seguire la mia passione. D’altronde quando c’è passione le difficoltà sembrano misere e affrontarle non risulta mai così complicato come magari può esserlo in campi che ti stimolano meno. Sono sincero nel dire che la facilità con cui ho affrontato lo studio di determinate materie ha avuto un ruolo chiave nella mia scelta.
Come e quando ti sei reso conto che esserti iscritto a ingegneria meccanica al Politecnico ti avrebbe aperto le porte ad un percorso internazionale?
Ho partecipato a uno degli incontri di presentazione dei programmi di mobilità organizzati dal coordinatore e mi si è aperto il mondo davanti, letteralmente. Ricordo che quell’anno hanno presentato per la prima volta il programma Alliance4Tech, un periodo di mobilità di medio periodo da svolgere in due sedi diverse – Parigi e Berlino – e ho deciso di tentare la candidatura. Nonostante i problemi tecnici alla fine sono stato anche selezionato. Credo che quella sia stata la soddisfazione più grande di tutto il mio percorso. Da allora non mi sono più fermato. Dopo la mobilità alla TU Berlin e alla Centrale Supélec di Parigi, ho fatto domanda per svolgere la tesi all’estero, precisamente a Los Angeles, dove ho avuto occasione di lavorare in un laboratorio della Nasa. Prima della laurea magistrale ho anche partecipato ad un programma di summer school di tre settimane a Xi’an, in Cina.
Attualmente di cosa ti occupi?
Attualmente sto svolgendo il dottorato di ricerca presso l’università di Eindhoven, in Olanda. Il mio supervisore è un Professore che ho conosciuto a Los Angeles, proprio nel periodo in cui stavo scrivendo la tesi di laurea.
Qual è il consiglio che ti senti di dare a chi pensa di iscriversi al corso di studi di ingegneria meccanica al Politecnico di Milano?
Non lo nascondo, studiare al POLIMI è duro. Però, se si sanno cogliere, il Politecnico offre numerose opportunità, non solo dopo la laurea. Il Politecnico mi ha aperto una finestra sul mondo e, di conseguenze, mi ha dato l’opportunità di relazionarmi con ambienti accademici e industriali diversi per metodo e cultura! Il mio consiglio è di non lasciarsele scappare.
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