Axel Gadda

“Il prodotto creato durante il tirocinio sta per essere lanciato sul mercato. Vederlo realizzato è sicuramente il risultato più soddisfacente raggiunto fin ora.”

Nome: Axel Gadda

Provenienza: Agrate Brianza (MB)

Studi: Ingegneria Meccanica

Perché hai scelto di iscriverti a Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano?

Diciamo che oltre ad avere una propensione per le materie scientifiche, ho sempre amato i veicoli: non a caso ho passato la mia adolescenza a “mettere mano” alla mia moto. In qualche modo sapevo di essere proiettato verso l’ingegneria meccanica, nonostante avesse in qualche modo attirato la mia attenzione anche ingegneria dei materiali e delle nanotecnologie. Dopo aver ascoltato le presentazioni dei diversi corsi, ho capito che meccanica mi avrebbe permesso di conoscere tutti gli aspetti dell’ingegneria, inclusi quelli energetici, elettronici, ed economici, rendendo la formazione molto più ampia, senza dimenticare i materiali e le nanotecnologie. Non credo di aver mai avuto grossi dubbi su quello che avrei scelto, più che altro ero indeciso sul dove. Infatti, ho considerato di andare a studiare negli Stati Uniti. Tra le tante, avevo valutato MIT, Stanford, Columbia e Berkley. Alla fine mi sono reso conto che in quel modo avrei dovuto rinunciare a tutta una serie di comfort e conquiste in termini di libertà che rimanere a casa mi avrebbe invece garantito. Inoltre, restare in Italia non mi avrebbe precluso l’opportunità di studiare in una delle migliori Università al mondo. A conti fatti, non mi pento assolutamente di non essere andato in America. Magari in futuro riuscirò comunque a realizzare il sogno di un MBA o di un master in ambito economico oltreoceano.   

Come hai affrontato il tuo percorso di studio?

L’inizio è stato molto difficile. L’università non è come il liceo: non si rimane sullo stesso argomento per più di una lezione e ascoltare quello che viene spiegato in aula non basta assolutamente per superare l’esame. Piano piano ho capito quanto tempo dedicare allo studio e come suddividere la mole di lavoro, scegliendo anche quale attività sacrificare per portare a termine il percorso. Tuttavia, nonostante il grande impegno, il tempo è tiranno: infatti alla data indicata come termine per il calcolo della media tra il secondo e il terzo anno, non essendo riuscito a passare l’esame che mi mancava al raggiungimento dei CFU richiesti per poter considerare il percorso propedeutico, ho dovuto optare per il percorso professionalizzante. Nonostante non sia stata una scelta volontaria, con il senno di poi sono contento di quello che questo piano di studi mi ha lasciato. Avere l’opportunità di applicare la teoria al mondo reale, attraverso la realizzazione di un progetto in azienda, è stata un’esperienza gratificante.

Immagino che con progetto in azienda tu ti riferisca a quello relativo allo svolgimento del tirocinio curricolare obbligatorio. Corretto?

Esattamente. Il percorso professionalizzante prevede l’acquisizione di 18 CFU, compresi i due crediti di avviamento al tirocinio, con lo svolgimento di uno stage obbligatorio. In linea con il mio percorso di Impiantistica Industriale, ho lavorato per 3 mesi full-time in un’azienda che produce apparecchi di illuminazione e fa assemblaggio di componentistica meccanica per terzi. A seguito di un colloquio, ottenuto grazie a conoscenze personali, l’azienda mi ha proposto di sviluppare, con il supporto dell’ufficio tecnico, un nuovo prodotto: una lampada per illuminazione interna di macchine utensili. Dopo l’accettazione formale da parte del referente tirocini dell’università e l’assegnazione di un tutor accademico, ho iniziato facendo una breve ricerca di mercato recandomi fisicamente presso alcune aziende per ascoltare quelle che erano le loro esigenze. Quando si inizia un progetto nuovo è importantissimo comprendere i problemi e le necessità del consumatore finale. Nel mio caso specifico, l’apparecchio da sviluppare doveva garantire all’operatore una corretta visibilità all’interno della macchina durante le lavorazioni e minimizzare i costi e i tempi della manutenzione. Dopo la parte di progettazione, è stato realizzato un prototipo da sottoporre a test in laboratorio, quali resistenza agli urti, all’acqua e ad agenti chimici vari. Oggi il prodotto sta per essere lanciato sul mercato e vederlo realizzato è il risultato più appagante che potessi raggiungere durante il mio percorso. 

Come l’azienda e il tutor accademico ti hanno aiutato nell’organizzazione del lavoro?

L’azienda mi ha aiutato a stendere il programma relativo allo sviluppo del progetto, mentre il mio tutor mi ha supportato nella parte più pratica di organizzazione del lavoro, dalle tempistiche al supporto tecnico, apportando relative correzioni e fornendo suggerimenti. Formalmente il tirocinio si è svolto nei tempi previsti dal piano di studi, ma io ho voluto continuare a seguire il progetto sia perché ci tenevo a vedere il prodotto finito, sia perché questo mi ha permesso di scrivere un elaborato per l’esame finale che fosse completo. Infatti, oltre alla relazione sull’esperienza, sono riuscito ad inserire anche tutte le schede tecniche, tra progettazione e test.  

L’azienda ti ha proposto di continuare la collaborazione una volta terminato il tirocinio?

Mi hanno chiesto di continuare a seguire lo sviluppo del prodotto, ma non mi hanno fatto un’offerta di lavoro propriamente detta. Avevo condiviso con loro la mia intenzione di continuare a studiare dopo la laurea triennale, perciò non mi hanno fatto nessuna proposta formale, consapevoli del fatto che comunque non avrei accettato.  

C’è un consiglio che ti senti di dare a chi vorrebbe iscriversi al corso di studi di ingegneria meccanica?

Di preventivare che bisogna studiare, parecchio e con costanza. Il percorso prevede spesso di dover affrontare esami fatti di prove scritte e orali, quindi dover studiare la stessa materia due volte già di default. Però, in tutti i casi, è sempre bene non perdere di vista l’obiettivo e trovare la forza di ricominciare a studiare, soprattutto se il primo tentativo non è andato a buon fine. Non è facile trovare la motivazione dopo una bocciatura, ma con la giusta determinazione si riesce ad andare avanti.

Scopri di più sulla Laurea Triennale in Ingegneria Meccanica.